Volume 92, 2004
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1 | Michel Blant Roberto Della Toffola Marco Moretti Riccardo Pierallini |
La fauna olocenica del Sud delle Alpi svizzere: Chirotteri e Mammiferi terrestri tra passato e presente (Grotta del Canalone, Monte Generoso, Ticino) | 31-44 |
2 | Mario Rossi Giuseppe Santi |
The fauna of Cerè Cave (Venetia Region, Northern Italy). II – Marmota marmota Linnaeus, 1758 remains. A short cranial and mandibular morpho-dimensional analysis | 49-51 |
3 | Elia Martini Eleno Zenone |
Afilloforali della Valle della Motta (Ticino, Svizzera) | 53-65 |
4 | Ottmar Holdenrieder Simone Prospero Daniel Rigling |
Interazione fra Armillaria cepistipes e Armillaria ostoyae in foreste montane di abete rosso nel Cantone Ticino | 67-72 |
5 | Fausto Pesarini | Descrizione di Bavonia focarilei, gen. nov., sp. n. di Tentredinide delle Alpi svizzere meridionali, con osservazioni sulla tribù Phymatocerini (Hymenoptera, Symphyta, Tenthredinidae, Blennocampinae) | 73-82 |
6 | Danilo Baratelli | Note sulla presenza di Osmoderma eremita Scopoli, 1763 in un biotopo umido prealpino e interventi gestionali mirati alla conservazione della specie | 83-90 |
7 | Daniel Cherix Mirko Meoli Claude Wyss |
Contributo alla conoscenza delle mosche necrofaghe (Diptera, Calliphoridae) del sud delle Alpi (Ticino, Svizzera) | 91-96 |
8 | Nicola Schoenenberger Pia Giorgetti Franscini |
Note floristiche ticinesi: la flora della rete ferroviaria con particolare attenzione alle specie avventizie. Parte II | 97-108 |
9 | Walter Guenzani | La comunità ornitica delle formazioni forestali ad Alno-Ulmion e Salicion albae: analisi di alcune aree-campione in Provincia di Varese (Lombardia) | 109-118 |
10 | Raoul Manenti Fabio Saporetti |
Note di conservazione su di una popolazione di Rana temporaria nel futuro parco regionale «San Genesio-Colle Brianza» in provincia di Lecco (Lombardia, Italia). | 119-122 |
11 | Marco Antognini Luca Maggini |
Tipologia degli zirconi dello Gneiss Granitico Leventina: primi risultati e implicazioni petrogenetiche | 123-130 |
12 | Sergio Cortesi | Attività solare e infarti del miocardio | 131-134 |
La fauna olocenica del Sud delle Alpi svizzere: Chirotteri e Mammiferi terrestri tra passato e presente (Grotta del Canalone, Monte Generoso, Ticino) |
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Michel Blant | ||
Riccardo Pierallini | ||
Marco Moretti | ||
Roberto Della Toffola | ||
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The fauna of Cerè Cave (Venetia Region, Northern Italy). II – Marmota marmota Linnaeus, 1758 remains. A short cranial and mandibular morpho-dimensional analysis |
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Ottmar Holdenrieder | Scuola Politecnica Federale di Zurigo, CH-8092 Zurigo | |||
Simone Prospero | WSL Istituto Federale di Ricerca, Zürcherstrasse 111, CH-8903 Birmensdorf | |||
Daniel Rigling | WSL Istituto Federale di Ricerca, Zürcherstrasse 111, CH-8903 Birmensdorf | |||
Riassunto: L’analisi della composizione dell’associazione faunistica della Grotta del Cerè (Verona) prosegue con lo studio dei resti di Marmota marmota L., 1758 dopo quello compiuto sui fossili di Ursus spelaeus Rosenmüller-Heinroth, 1794. Il notevole quantitativo di resti ha permesso di condurre uno studio morfo-dimensionale particolarmente approfondito sui fossili craniali e mandibolari. I risultati preliminari evidenziano, per la popolazione di questa zona del Veronese, dimensioni molto prossime a quelle delle marmotte recenti ed attuali del Piemonte e dell’area intorno a Como (Bulgarograsso ed Olgiate Comasco) ed inferiori rispetto a quelle delle marmotte pleistoceniche di Parmorari (Liguria).Abstract: The analysis of the composition of the faunistic association of Cerè Cave (Verona, Venetia Region) continues, after the study effected on the fossils of Ursus spelaeus Rosenmüller-Heinroth, 1794, with the one on the Marmota marmota L., 1758 remains. The great quantity of the specimens has permitted to advance a detailed morpho-dimensional study of the cranial and mandibular remains. The preliminary results evidence that the population of this zone of the Verona area is in size very similar to the recent and actual marmots of the Piedmont and of the area neighbouring Como (Bulgarograsso and Olgiate Comasco villages – Lombardy) and that the components are smaller than the Pleistocenic ones of Parmorari (Liguria Region).
Key words: Marmota, Cerè Cave, comparison, Upper Pleistocene-Holocene |
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Interazione fra Armillaria cepistipes e Armillaria ostoyae in foreste montane di abete rosso nel Cantone Ticino |
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Ottmar Holdenrieder | Scuola Politecnica Federale di Zurigo, CH-8092 Zurigo | ||
Simone Prospero | WSL Istituto Federale di Ricerca, Zürcherstrasse 111, CH-8903 Birmensdorf | ||
Daniel Rigling | WSL Istituto Federale di Ricerca, Zürcherstrasse 111, CH-8903 Birmensdorf | ||
Riassunto: Nelle foreste dell’orizzonte montano dell’Europa centrale, Armillaria cepistipes, a comportamento preferenzialmente saprofita, spesso coesiste simpatricamente con Armillaria ostoyae, una specie patogena primaria. Nel presente studio abbiamo investigato la capacità di A. cepistipes e A. ostoyae di insediarsi su ceppaie fresche di taglio e la struttura di popolazioni di queste due specie in tre aree di studio di un ettaro situate in foreste di abete rosso (Picea abies) sottoposte a gestione selvicolturale nel nord del Cantone Ticino. I nostri risultati dimostrano che ambedue le specie di Armillaria producono una fitta rete di rizomorfe nel suolo, grazie alla quale si insediano sulla maggior parte delle ceppaie fresche. In foreste sottoposte a gestione selvicolturale, le ceppaie sono perciò un’importante risorsa per la sopravvivenza delle due specie. Da 7 a 9 individui di Armillaria con una superficie massima di 150-4100 m 2 sono stati identificati in ogni area di studio. Soltanto raramente l’area di distribuzione di individui della medesima specie si sovrapponeva, indicando una reciproca esclusione spaziale. La ridotta sovrapposizione di diversi individui delle due specie in alcune zone delle aree di studio indica la presenza di fenomeni di competizione interspecifica. Tuttavia, in altre zone delle aree studiate, abbiamo trovato ampie zone di sovrapposizione nell’area di distribuzione dei diversi individui di A. cepistipes e A. ostoyae, fatto che suggerisce una possibile coesistenza delle due specie con poca influenza reciproca.
Interaction between Armillariace pistipes and Armillaria ostoyae in mountainous Norway spruce forests in the Canton Ticino.Abstract: The preferentially saprotrophic Armillaria cepistipes and the pathogenic Armillaria ostoyae occur sympatrically in mountainous forests in central Europe. In this study, we investigated the capability of A. cepistipes and A. ostoyae to capture fresh stumps and their population structures in three 1 ha plots established in managed Norway spruce (Picea abies) stands in the north of the Canton Ticino. Our results show that both Armillaria species produced a dense network of rhizomorphs in the soil, through which they efficiently captured most fresh stumps. In managed forests, stump resources are therefore important for the survival of the two species. Seven to nine genets of Armillaria with a maximal estimated size of 150-4100 m 2 were identified in each plot. In all three plots, genets of the same species rarely overlapped, indicating a mutual spatial exclusion. On parts of the investigated areas, interspecific overlaps were rare, which suggests a competitive interaction between the two species. However, on other parts, genets of A. cepistipes and A. ostoyae overlapped widely, indicating a more neutralistic coexistence. Key words: Armillaria cepistipes, Armillaria ostoyae, Norway spruce, stump colonisation, population structure. |
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Descrizione di Bavonia focarilei, gen. nov., sp. n. di Tentredinide delle Alpi svizzere meridionali, con osservazioni sulla tribù Phymatocerini (Hymenoptera, Symphyta, Tenthredinidae, Blennocampinae) |
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Fausto Pesarini | Museo Civico di Storia Naturale, Via De Pisis 24, I-44100 Ferrara, Italia | |||
Riassunto: Vengono descritti Bavonia gen. nov. e la sua specie-tipo B. focarilei sp. n. (2 ♂♂ delle Alpi Svizzere meridionali, Canton Ticino). Bavonia è inquadrato nella tribù Phymatocerini sensu Smith, 1969. Si evidenziano i caratteri che distinguono il nuovo genere dagli altri Phymatocerini con particolare riferimento ai generi paleartico occidentali. Vengono fatte inoltre osservazioni su alcuni generi di Phymatocerini critici o male interpretati in letteratura, in particolare si discute la tassonomia di Paracharactus MacGillivray, 1908 e si ristabilisce la validità di Cornaria Malaise, 1964, gen. rev., considerato strettamente affine a Eurhadinoceraea Enslin, 1919. Sono proposte le seguenti nuove combinazioni: Cornaria strandi (Enslin, 1919) comb. nov. (da Rhadinoceraea Konow s. str.), Cornaria flavialata (Zombori, 1972) comb. nov. (da Monophadnus Hartig) e Monophadnoides scytha (Konow, 1898) comb. nov. (da Monophadnus Hartig). Si segnalano i primi dati per l’Italia di Mo nophadnus alpicola Benson, 1954 e Rhadinoceraea bensoni Benes, 1961. Viene fornita la chiave per la determinazione dei generi di Phymatocerini paleartico-occidentali e centroasiatici. Infine si fornisce un primo elenco dei Sinfiti raccolti in Val Bavona (Cantone Ticino, Svizzera). Abstrac: Pesarini F., 2003 – Description of Bavonia focarilei, gen. nov., sp. n. of Tenthredinid sawfly of southern Swiss Alps, with remarks on the tribe Phymatocerini (Hymenoptera, Symphyta, Tenthredinidae, Blennocampinae). Bavonia gen. nov. and its type-species B. focarilei sp. n. (2 ♂♂ from southern Swiss Alps, Canton Ticino) are described. Bavonia is assigned to the tribe Phymatocerini sensu Smith, 1969. From the other genera of the tribe the new genus is distinguished by the antennal joints III and IV swollen onto the middle, the dilated last joint of maxillary palps, only twice longer than wide, and the insertion of vein M of fore wings on the subcosta relatively wide apart from the origin of Rs+M, which is distinctly curved. Furthermore Bavonia is characterized by the long antennae with short scape and pedicel (obliquely conical shaped) and flagellar segment subequal in length, clypeus slightly emarginate, malar space about as wide as 3/4 of an ocellus, frontal area divided longitudinally by a deep groove, postorbital groove distinct along the upper half of eye, inner front tibial spur slightly curved and bifurcate at apex (the inner tooth pointed), tarsal claws simple, stub of vein A3 (or 2A+3A) of fore wing straight, hind wing with enclosed cell M, propodeum widely excised on meson, and both postgenal carina and prepectus indistinct. Within the Phymatocerini the new genus is considered related to Eurhadinoceraea Enslin, 1919 and Paracharactus hyalinus (Konow, 1886). Bavonia focarilei sp. n. is 7,5 mm long and almost entirely black coloured (light coloured on legs of the first pair and knees) and has slightly but uniformely infuscate wings. Some remarks on the following genera of Phymatocerini are reported: Paracharactus MacGillivray, 1908 (taxonomy discussed); Cornaria Malaise, 1964, gen. rev. (good genus of the Phymatocerini strictly related to Eurhadinoceraea and not synonymous with Periclista Konow). The following new combinations are proposed: Cornaria strandi (Enslin,1919) comb. nov. (from Rhadinoceraea Konow s. str.), Cornaria flavialata (Zombori, 1972) comb. nov. (from Monophadnus Hartig), and Monophadnoides scytha (Konow, 1898) comb. nov. (from Monophadnus Hartig). The first records for Italy of Monophadnus alpicola Benson, 1954 and Rhadinoceraea bensoni Benes, 1961 are reported. A key for the identification of the genera of Phymatocerini of Western Palaearctic and Central Asia is given. Finally, the Symphyta collected in Val Bavona (Canton Ticino, Switzerland) (all unpublished) are listed. Key words: Symphyta, Tenthredinidae, new taxa, Alps, Switzerland. | ||||
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Note sulla presenza di Osmoderma eremita Scopoli, 1763 in un biotopo umido prealpino e interventi gestionali mirati alla conservazione della specie |
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Danilo Baratelli | Via Talizia 17, I – 21100 Varese | |||
Riassunto: Vengono esposti la metodologia e i risultati delle ricerche che hanno consentito di individuare Osmoderma eremita Scop. all’interno di un area umida protetta in provincia di Varese, la Riserva naturale Palude Brabbia, descrivendo gli interventi gestionali posti in atto sugli esemplari arborei capitozzati (Salix alba) che la ospitano. Viene inoltre evidenziata l’importanza di questi alberi, in grado di sopperire alla mancanza di antiche querce cave, habitat originale di Osmoderma eremita.
On the presence of Osmoderma eremita Scopoli, 1763 in a prealpine wet area and management actions for the conservation of the speciesAbstract: Metodologies and results of researches focused on the individuation of Osmoderma eremita Scop. in a protected wet area of the territory of Varese province, the “Palude Brabbia” Natural Reserve, are presented. The management activities on pollard trees (Salix alba), inside the species lives, are described too. The importance of these trees, that can replace the old hollow oaks, original habitat of Osmoderma eremita, is pointed out. Key words: Osmoderma eremita, wet land, pollard trees, management and conservation, Varese (Italy) |
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Contributo alla conoscenza delle mosche necrofaghe (Diptera, Calliphoridae) del sud delle Alpi (Ticino, Svizzera) |
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Daniel Cherix | Musée de Zoologie, Palais de Rumine, 1000 Lausanne, Suisse | |||
Mirko Meoli | Département d’Ecologie et Evolution, Université de Lausanne, Bâtiment de Biologie, 1015 Lausanne, Suisse | |||
Claude Wyss | Police criminelle, Centre Blécherette, 1014 Lausanne, Suisse | |||
Riassunto: Un inventario di mosche necrofaghe (Diptera, Calliphoridae) è stato realizzato tra i mesi d’agosto ed ottobre 2002 nel sud delle Alpi. Sono state utilizzate delle trappole selettive in quattro strutture paesaggistiche differenti (città, ambiente rurale, foresta e prateria) lungo un gradiente altitudinale andante da 229 a 1272 m s.l.m. Sono stati raccolti 1580 individui appartenenti a nove specie di Calliphoridae. Le specie più abbondanti sono Lucilia caesar (40.8%) e L. ampullacea (29.3%), seguite da L. illustris (15.1%) e Calliphora vicina (11.3%). L’abbondanza e la diversità specifica sono parzialmente legate all’altitudine, ma anche alle strutture paesaggistiche. Per esempio, i boschi di castagno sono caratterizzati dalla dominanza di L. ampullacea, mentre i faggeti, più freschi, sono caratterizzati da C. vomitoria e C. vicina. Le Analisi in Componenti Principali (ACP) evidenziano una netta distinzione tra le differenti strutture paesaggistiche e le relative composizioni in specie. È presentato inoltre un primo paragone con il nord delle Alpi. Abstract: A contribution to the knowledge of blowflies (Diptera, Calliphoridae) of the southern part of the Alps (Tessin, Switzerland). – A survey of necrophagous flies (Diptera, Calliphoridae) has been realized from late summer to fall (August to October 2002) in the southern part of the Alps. We used selective traps in four different landscape structures (cities, ruderal areas, forests and alpine meadows) along an altitudinal gradient ranging from 229 to 1272 m a.s.l. 1580 specimens belonging to nine species of Calliphoridae were collected. The most abundant species were Lucilia caesar (40.8%) and L. ampullacea (29.3%) followed by L. illustris (15.1%) and Calliphora vicina (11.3%). Abundance and diversity were partially related to altitude, but also to landscape structures. For example, chestnut forests are characterized by the dominance of L. ampullacea but, on the other hand, beech forests, being more shady, are characterized by C. vomitoria and C. vicina. Preliminary Multivariate Analysis (PCA) allowed a rather clear distinction between landscape structures and species composition. A primary comparison with the northern part of the Alps is also presented. Key words: Diptera, Calliphoridae, distribution, landscape structures | ||||
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Note floristiche ticinesi: la flora della rete ferroviaria con particolare attenzione alle specie avventizie. Parte II |
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Nicola Schoenenberger | Laboratoire de botanique évolutive, Université de Neuchâtel, rue Emile Argand 11, 2007 Neuchâtel | ||
Pia Giorgetti Franscini | Museo cantonale di storia naturale, viale Carlo Cattaneo 4, CH-6900 Lugano | ||
Riassunto: Sono presentate le segnalazioni floristiche ottenute nel corso dei rilevamenti eseguiti nel 2002 e 2003 su diversi sedimi ferroviari del Cantone Ticino (Svizzera). Rispetto ai rilievi effettuati nel 2001 sono stati censiti 59 ulteriori nuovi taxa di piante vascolari per un totale di 763 taxa. Sono riportate le indicazioni relative a 160 taxa, scelti in funzione della loro rarità o particolarità, rispettivamente dell’interesse della stazione. L’osservazione delle seguenti specie riveste un particolare interesse botanico: Aegilops cylindrica, Bromus catharticus, Calepina irregularis, Crepis pulchra, Eragrostis pectinacea, Eragrostis virescens, Galium parisiense, Muscari neglectum, Medicago minima, Linaria repens, Linaria simplex, Tordylium apulum, Tragus racemosus.
Floristic notes from the Ticino Canton: railway network flora with particular attention to advective species. Part IIAbstract: A second series of floristic notes referring to the Cantone Ticino (Switzerland) is presented. It describes the results of a survey in some railway sites during 2002 and 2003. In relation to the 2001 survey, 59 additional taxa were registered, bringing their total number to 763. Indications of 160 taxa are presented here according to their rarity or to the interest of the locality. Particularly interesting are the observations of: Aegilops cylindrica, Bromus catharticus, Calepina irregularis, Crepis pulchra, Eragrostis pectinacea, Eragrostis virescens, Galium parisiense, Muscari neglectum, Medicago minima, Linaria repens, Linaria simplex, Tordylium apulum, Tragus racemosus. Key words: adventive, biodiversity, flora, floristics, Ticino, station, railway |
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La comunità ornitica delle formazioni forestali ad Alno-Ulmion e Salicion albae: analisi di alcune aree-campione in Provincia di Varese (Lombardia) |
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Fabio Saporetti | Civico Museo Insubrico di Storia Naturale, Piazza Giovanni XXIII, 21056 Induno Olona (VA) | |||
Walter Guenzani | Civico Museo Insubrico di Storia Naturale, Piazza Giovanni XXIII, 21056 Induno Olona (VA) | |||
Riassunto: Nel periodo 1999-2001 è stato condotto uno studio per analizzare la cenosi ornitica della foresta alluvionale (allenze Alno-Ulmion e Salicion albae) in alcune aree della Provincia di Varese (Italia settentrionale). In seguito ad un indagine preventiva nell’unità territoriale Laghi – VA, è stata censita un’area forestale di 15.9 ettari ubicata sulla sponda del Lago di Varese: hanno nidificato 28 specie in periodo riproduttivo, mentre nel ciclo annuale della comunità sono state censite 54 specie. Le specie nidificanti in cavità variano dal 38.5% al 45.8% e Picoides minor risulta un valido indicatore della struttura arborea. I boschi igrofili presentano un alto grado di frammentazione nell’eterogeneo mosaico vegetale nell’unità territoriale in esame ma, in connessione alle numerose patches forestali mesofile e termofile esistenti, riescono ancora a mantenere elevati valori di biodiversità e densità specifica.
The bird community of the wet alluvial forest (Alno-Ulmion and Salicion albae habitats): an ecological study in the Varese province, northern Italy .Abstract: The bird communitiy was analyzed from 1999 to 2001 with semi-quantitative and quantitative methods mainly in a study area of 15.9 hectars on the borders of Varese Lake (Lat. 45° 48’ N; Long. 8° 45’ E) we obtained density values of 28 breeding species. In relation to the availability of rotten woods and snags, cavity nesting birds (both primary and secondary nesters) formed a valuable fraction of the community, varying in percentage from 38.5% to 45.8%, with Picoides minor representing a good indicator of the forest stand structure. The alluvial forest patches are highly fragmented in the heterogeneous environmental mosaic but, in connectivity with others forested areas scattered at the landscape–scale, maintains high densities of breeding species. Key words: breeding bird communities, forest stand structure |
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Note di conservazione su di una popolazione di Rana temporaria nel futuro parco regionale «San Genesio-Colle Brianza» in provincia di Lecco (Lombardia, Italia). |
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Raoul Manenti | Via San Lorenzo, 47 I-23884 Castello Brianza (LC). | |||
Riassunto: La popolazione di R. temporaria oggetto di queste note vive in una località, chiamata Consonno, che è situata a circa 7 km a sud di Lecco nella porzione di territorio del futuro parco regionale «San Genesio-Colle Brianza». A Consonno R. temporaria si riproduce in 4 bacini artificiali ad una quota di circa 630 m slm; uno di questi ha bordi alti e sporgenti verso il centro dell’invaso che non permettono agli esemplari di fuoriuscirne dopo esservisi riprodotti causandone la morte per inedia. Situazioni simili riguardano anche gli altri siti riproduttivi. I risultati del monitoraggio sullo status di questa popolazione e delle azioni di salvataggio, cominciati nel 2001, sono brevemente descritti.Abstract: Conservation notes above a Rana temporaria population in the future regional park «San Genesio – Colle Brianza» in the province of Lecco (Lombardy, Italy). This population of R. temporaria lives in a locality named Consonno situated approximately 7 Km south of Lecco between Mount Regina and Mount Crocione in the territory of the future regional park «San Genesio – Colle Brianza». This locality is not the only one in the future park where the species breeds (egg clutches have been found also in some streams of the eastern part of the area) but lodges the most abundant population found. In Consonno R. temporaria breeds in 4 artificial gatherings at 630 m asl; one of these has high borders, protruding towards the middle, that do not allow specimens to go out after spawning and cause their death by drowning or starving. The other water bodies, where a lot of individuals die every spring, have similar situation. Results of the population status monitoring and of the rescue actions, started in 2001, are described together with a conservation proposal that could be carried out to resolve the problem definitively. | ||||
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Tipologia degli zirconi dello Gneiss Granitico Leventina: primi risultati e implicazioni petrogenetiche |
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Luca Maggini | Via Caponelli 4, CH-6600 Solduno | |||
Marco Antognini | Museo cantonale di storia naturale, Via Cattaneo 4, CH-6900 Lugano | |||
Riassunto: Zirconi estratti da quattro campioni di Gneiss Granitico Leventina sono stati analizzati con il metodo della tipologia degli zirconi (P UPIN 1980). Le caratteristiche tipologiche delle popolazioni indicano una chiara origine magmatica omogenea nel caso delle varietà porfiroide e scistoso-laminare. Le varietà occhiadina e granitoide – lenticolare presentano invece un maggior numero di sottotipi non chiaramente distribuiti attorno ad un unico polo, segno di una possibile origine bipolare (mescolamento di magmi). Tutti e quattro i campioni esaminati si dispongono nel settore dei granitoidi di origine crostale, in contrasto quindi con quanto indicato da analisi isotopiche presenti in letteratura che attribuiscono allo Gneiss Granitico Leventina un’origine magmatica dovuta a frazionamento da fonti mantelliche. I campioni in esame provengono dai cantieri della galleria di base Alp Transit di Bodio e Faido. Abstract: Zircon concentrates from four different rock samples of Gneiss Granitico Leventina (L. granitic gneiss) we re studied with the typology method (P UPIN 1980). The typologic characters of the studied populations show an homogeneous igneous origin for the porphyritic and laminated gneisses petro graphic types. The augen gneiss and the granitoid-lenticular gneiss, exhibit more subtypes thus suggesting the mixing of two magmas. The mean points of all the analysed populations plot in the fields 1-3 of the typologic diagram, which are typical for granitoids of crustal origin. These results are in contrast with isotopic data from literature that support an I-type origin of the Leventina gneisses. The studied rocks we re sampled in the Al p Transit railway tunnel at construction sites of Bodio and Faido. |
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Attività solare e infarti del miocardio |
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Sergio Cortesi | Specola Solare, CH-6605 Locarno 5 Monti | |||
Riassunto: Viene studiata la correlazione tra due parametri dell’attività solare (macchie fotosferiche ed eruzioni cromosferiche) con la frequenza degli infarti del miocardio sulla base dei dati forniti dal progetto MONICA (1985-1993) dei cantoni Ticino, Vaud e Friborgo (ca. 10’000 casi). Si arriva alla conclusione che non è possibile stabilire una correlazione tra attività solare e infarti del miocardio.
Solar activity and myocardium infarctsAbstract: Two parameters related to the solar activity (number of sunspots and occurrence of solar flares) are correlated with myocardium infarct events. The data about the myocardium infarcts have been provided by the project MONICA (1985-1993) in Switzerland, relative to the Cantons Ticino, Vaud and Fribourg (about 10’000 events). We found that no relation can be established between solar activity and myocardium infarcts. |
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